Empoli
http://www.gonews.it/articolo.php?at=25082Comitato 'Salviamo la scuola pubblica': "Siamo di fronte al più grave attacco all'istruzione"
Il comunicato dell'associazione: "Stiamo assistendo ad una gigantesca svendita del patrimonio statale"
"In questo periodo si sta consumando l'attacco più violento portato al sistema della scuola pubblica statale come mai era stato fatto. Un attacco su cui occorre distogliere l'attenzione dei cittadini, che potrebbero preoccuparsi e dissentire dall'operazione, per distrarre, dunque, parlando d'altro.Ed ecco che si scarica una mole di paccottiglia ideologica che si spaccia per riqualificazione della spesa per la scuola, senza alcun pudore di esibire incompetenza e arroganza, facendo piazza pulita di tutto ciò che la ricerca pedagogica ha prodotto in questi anni.
Siccome la scuola italiana non è priva di criticità, soprattutto nel settore della scuola secondaria di primo e secondo grado, è fin troppo facile impugnare le sue problematiche per giustificare interventi draconiani.
Interventi che non scaturiscono però da un progetto di innovazione didattica e ordinamentale che la scuola secondaria aspetta da tempo, ma da pura esigenza di contenimento della spesa e di riduzione del servizio scolastico, secondo una scelta politica che non investe in stato sociale e nei diritti, e mira ad indebolire il servizio pubblico che c’è.
La ministra Gelmini è tutta presa dal voler accreditare l'immagine di un governo efficiente che aggredisce i problemi della scuola con strumenti di ordine, là dove il disordine, l'inefficienza e lo spreco regnano sovrani; purtroppo le fanno eco anche coloro che sono interessati allo smantellamento della scuola pubblica per tornaconto ‘di bottega’.
Non ci si preoccupa di falsare i dati che il Ministero stesso offre circa, per esempio, la spesa generale dello Stato per l'istruzione, e si continua a ripetere che la spesa è fuori controllo e che si spende il 97% in stipendi, come a suggerire che una massa di insegnanti nullafacenti sta sottraendo i soldi al funzionamento della scuola, oppure si usano i dati OCSE per dire che il numero dei docenti in Italia è nettamente superiore alla media europea, e dunque il taglio si legittima perché tutto ciò che è in più è spreco.
In conseguenza si prevedono cifre di finanziamento a tutte le scuole paritarie, di ogni ordine e grado, che autocertifichino (sic!) di non avere fini di lucro.
E’ evidente che in tal modo si riconosce una parità anche economica fra scuole statali e scuole private, che prelude a finanziamenti crescenti verso il privato. L’offensiva contro la scuola pubblica statale e il suo ruolo di garanzia per tutti i cittadini passa da una parte attraverso una progressiva diminuzione delle risorse investite e nell’aumento dei contributi pubblici alle scuole private, che è sotto osservazione da parte della Commissione europea sulla concorrenza. Nella quasi totalità dei paesi sviluppati infatti non esistono contributi a scuole religiose, sulla base del principio di laicità di separazione fra Stato e Chiesa. Tale principio è sancito anche nella nostra Costituzione. La legislazione a favore delle scuola private è palesemente illegittima sul piano costituzionale sotto tre profili: 1) il riconoscimento della funzione pubblica alle scuole private non può avvenire per Decreto (come da anni avviene). L’art. 33 della Costituzione assegna la funzione pubblica alla sola scuola statale e riconosce il diritto all’esistenza della scuola privata in quanto espressione di libertà.
2) I finanziamenti pubblici sono vietati dal comma 3 dell’art. 33, che esclude oneri per lo Stato a favore di dette scuole.
Ma il piano programmatico del Ministro Gelmini che attua l'art. 64 della legge 133/08, pianifica la cancellazione di 130.000 posti di lavoro nella scuola nei prossimi 3 anni, fra docenti e personale ATA secondo le seguenti quantità: 87.000 docenti in meno da ottenere tramite un intervento sugli ordinamenti, sulla didattica e sull'organizzazione delle scuole, 44.500 ATA in meno, corrispondente ad un taglio del 17% dell'attuale organico.
Quindi i dati vanno letti correttamente, noi lo abbiamo fatto e ne abbiamo ricavato che la spesa per l'istruzione cala sistematicamente dagli anni '90, che per lo stipendio dei docenti si spende il 78% della spesa totale e in quanto ai dati OCSE, a partire dal fatto che sono difficilmente comparabili sistemi diversi, va tenuto conto che negli altri paesi europei non è lo stato che paga gli insegnanti di sostegno, non ci sono i docenti di religione cattolica e spesso il personale ATA è pagato dalle comunità locali, così come alcune figure di insegnanti.
E' così che il ministro Gelmini spera di far passare il massacro della scuola elementare e la restaurazione bacchettona sull'onda di un "amarcord" a base di grembiulini, la minaccia della bocciatura, strumento assolutamente inefficace per chi ha problemi di socializzazione, e un semplicistico ritorno ai voti al posto di una valutazione più complessa, ma didatticamente più valida.
E' così che il ministro riduce la scuola dell'infanzia e la scuola elementare a servizio minimo, solo mattutino, mettendo in seria difficoltà le famiglie e, con uno stratagemma, riduce le già poche risorse per l’istruzione degli adulti, abbassando ulteriormente la già bassa soglia del nostro Paese, di adulti in formazione.
E' così che il ministro taglia un numero impressionante di posti di lavoro, affermando che la scuola non è un ammortizzatore sociale e che dunque la perdita di 130.000 posti di lavoro non è un suo problema.
Il ministro ha detto esplicitamente che "Abbiamo bisogno di liberare risorse per poter garantire la libertà di scelta alle famiglie", ecco la scelta politica che sta a monte di tale decisione, chiudere con il peso economico della scuola statale per tutti, per svenderla al privato.
Vengono messe in atto operazioni fuori da una visione strategica del ruolo della scuola pubblica per la crescita democratica e lo sviluppo del Paese, fatte per esigenze di risparmio e che pagheranno per primi i giovani ed i lavoratori della scuola.
MA CON LA SCUOLA NON SI DEVE FAR CASSA E, COME E’ SEMPRE AVVENUTO, TUTTI GLI EVENTUALI RISPARMI (CHE NON POSSONO ESSERE IN OGNI CASO RAGGIUNTI CON LA DEVASTAZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA), DEVONO RIMANERE ALLA SCUOLA NON UN EURO DEVE USCIRE DALLA SCUOLA E ANZI SI RICHIEDONO INVESTIMENTI MASSICCI PER L’ITALIA DELLA CONOSCENZA IN UN MONDO DELLA CONOSCENZA
In conclusione la spesa sulla scuola non è fuori controllo ma è aumenta bene al di sotto della media solo per effetto dei rinnovi contrattuali. Un diritto sacrosanto dei lavoratori.
Anzi essa è drasticamente e costantemente diminuita in questi ultimi dieci anni.
Infatti la spesa sulla scuola negli anni novanta era circa il 3,9-4.0% del PIL e nel 97-98 si era già ridotta a circa il 3.0% del PIL. Ora, 10 anni dopo, è circa al 2,8% sempre del PIL.
Quindi è falso dire, come fa il Ministro che la spesa è fuori controllo, come è falso anche dire che essa aumenta continuamente.
Ancora una volta invitiamo il Presidente della Fondazione della SS. Annunziata a documentarsi e poi a leggere attentamente i dati.
Il piano programmatico del Ministro Gelmini comporterà lo stravolgimento della rete scolastica.
Le risorse che il Ministro Gelmini promette poi per aumentare gli stipendi dei docenti, non sono altro che una miseria in cambio della devastazione della scuola pubblica Il comma 9 dell'art. 64 della L. 133/08 prevede che solo una parte dei risparmi derivanti dai tagli nella scuola venga destinato ad "incrementare le risorse contrattuali per la valorizzazione e sviluppo professionale della carriera del personale" a decorrere dal 2010.
Come noto il taglio complessivo previsto nel triennio comporterà risparmi complessivi nella spesa per l'istruzione di circa 8 miliardi di euro.
Ma solo una minima parte di questo risparmio e cioè circa 950 milioni di euro verrà utilizzato per valorizzare il personale.
E non bisogna dimenticare che lo stesso Ministro ha più volte dichiarato che lo stipendio degli insegnanti va portato a livello degli insegnanti europei. Siamo d'accordo. Ma allora c’è da dire che dividendo questa cifra per tutti gli addetti l'aumento sarebbe di circa 70 euro lordi mensili!!!!.
Tutta questa operazione, partita nell’estate, è, ALLA FINE DI TUTTI I CONTI, SOLO una GIGANTESCA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICO, RAPPRESENTATO DALLA SCUOLA STATALE, PER AGEVBOLARE E FINANZIARE LE SCUOLE PRIVATE. Ovviamente queste ultime ringraziano".
Comitato “Salviamo la scuola pubblica” – Empoli
Nessun commento:
Posta un commento